Lipari, l’isola dei colori, regina delle Eolie
Lipari è l’isola più grande delle Eolie, la più abitata, viva anche d’inverno in quanto centro geografico ed amministrativo di sei delle sette isole dell’arcipelago (Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi e Alicudi).
Io vivo qui infatti e ogni giorno quest’isola mi sorprende, ma in realta’ tutte le Isole Eolie sono come uno di quei bei film che devi vedere e rivedere e che ogni volta che lo guardi noti un nuovo dettaglio a cui non avevi fatto caso prima.
Ecco qui da dove iniziare.
Da vedere a Lipari
Lipari è la più varia delle isole dell’arcipelago eoliano, l’unica che vanti un centro storico con un corso principale e un dedalo di viuzze come quelle di “Supra a Terra”, adornate da murales e sculture in pietra lavica degli artisti del CIPRA e dalla street art di Demetrio Di Grado. L’isola ospita poi il pittoresco porto dei pescatori di Marina Corta, dove nella Chiesetta delle Anime del Purgatorio è possibile visitare tutto l’anno “Il presepe del mare”, un allestimento che ricrea il piccolo borgo e personaggi reali del posto.
Lipari è anche tanta storia e cultura. Nella mitologia greca, Lipari era la dimora del Dio dei venti Eolo, da cui l’arcipelago prende il nome. L’isola è ininterrottamente abitata dal 6° millennio a.C. grazie alla presenza dell’ossidiana, un vetro vulcanico utilizzato per la costruzione di armi taglienti prima dell’età del Ferro.
Le mura cinquecentesche del Castello di Lipari ospitano al proprio interno la cattedrale del patrono San Bartolomeo ed un grazioso Chiostro Normanno di recente scoperta (1978), mentre al prestigioso Museo Archeologico Bernabò Brea, uno dei più importanti del Mediterraneo, sono esposti, tra i tanti resti ritrovati nei relitti affondati in questi mari. Qui troviamo anche la maestosa Sala delle Anfore e la più vasta collezione di maschere del teatro greco legate al culto di Dioniso.
L’origine vulcanica di queste isole caratterizza Lipari in modo particolare: ogni monte dell’isola era un vulcano e la loro attività si manifesta ancora nelle fumarole di Caolino e nelle acque termali di San Calogero. Lo stabilimento purtroppo oggi è chiuso, ma la piscina di epoca romana rimane visibile, in quanto esterna.
Le coste della zona nord-est di Lipari appaiono di un bianco accecante per la presenza della pomice e punteggiate dal nero dell’ossidiana, mentre nella zona di Ponente, tra Pianoconte e Quattropani, la spiaggia è di mille colori grazie alla presenza del caolino. Lipari è l’isola dei colori, i colori della sua terra e del suo mare, che prende i riflessi di tutte le sfumature di blu possibili proprio grazie a questi materiali.
Lipari ha due anime: quella “marina”, con le spiagge Bandiera Blu di Canneto e Acquacalda e le baie di Pietra Liscia, Valle Muria, Praia Ferrante (raggiungibili a piedi) e Praia Vinci (accessibile solo dal mare), e quella “montanara” che non ti aspetti, rappresentata dai borghi di Pianoconte e Quattropani ed esplorabile grazie ai numerosi sentieri per il trekking con vista mozzafiato sul mare. Questi possono essere scelti in base alla difficoltà e ai tempi di percorrenza: il percorso del “Cappero” (o di punta Crapazza), ad esempio, è tra i più semplici ma offre un panorama che toglie il fiato grazie alla vicinanza a Vulcano e alla vista sui Faraglioni, mentre il sentiero del “Palmeto”, più lungo, che da San Calogero percorre buona parte della costa di ponente su fino alla cava di Caolino, regala viste spettacolari al tramonto.
Questo e’ cio’ che devi sapere in generale, ma mi permetto di darti qualche dritta Aeoliancharme.
Tramonti e albe a Lipari sono un must, perché ad ogni angolo lo scorcio è diverso, mentre le isole sorelle fanno da sfondo.
Da non perdere l’alba (e solo i locals lo sanno) a Monte Gallina, con le baie di Marina Lunga e Marina Corta interrotte dal Castello e le isole di Panarea e Stromboli sullo sfondo, oppure alle Cave di Pomice, indimenticabile per il contrasto del bianco della montagna e il blu del mare.
Per i tramonti la lista è lunga: i più gettonati sono all’Osservatorio, a Chiesa Vecchia o al belvedere di Quattrocchi, chiamato così perché talmente romantico che non vi si può andare da soli. Sul mare, invece, consigliati i tramonti ad Acquacalda o a Valle Muria, quest’ultima raggiungibile solo a piedi.
Da non perdere a Lipari
I capperi sono l’ingrediente principale della cucina eoliana, presenti anche nella variante eoliana della tradizionale caponata siciliana. Di solito i locali li utilizzano dissalati: quelli piccoli sono i prediletti per i ripieni di melenzane e totani, quelli medi per tutte le salse con base di pomodoro e le immancabili olive.
Della pianta del cappero non si butta nulla: le cime vengono fatte sottolio, mentre i cucunci, che sono il frutto del cappero, vengono fatti sottolio oppure messi sotto sale; il fiore, chiamato anche “Orchidea delle Eolie”, viene usato per le decorazioni. Ottimo anche il pesto di capperi per condire la pasta o semplicemente spalmato sul pane.
D’estate nelle case eoliane, vista la calura, si è soliti mangiare delle insalatone, una volta considerate povere, ma in realtà di grande gusto, come l’insalata Eoliana con “pane caliatu” e quella Liparota con le patate. Essendo ricette casalinghe, ognuno ha il suo segreto, ma la principale differenza tra le due è la presenza del pane o delle patate, mai insieme (anche se qualche ristorante la propone, purtroppo). Alcuni ingredienti possono essere uguali, come il pomodoro fresco, la cipolla (per chi la gradisce), il tonno, i capperi, le olive e la mozzarella (non sempre). In quella di patate sono però immancabili l’uovo sodo e il “cocomero” (non l’anguria, ma una qualità locale di cetriolo molto meno acquoso e più sodo).
Ad ogni pietanza il posto giusto per provarla! Consigliate le granite di Papisca a Canneto o del Bar Eden del mitico “Alitta”, soprannome del proprietario Fabrizio; per i cannoli rivolgersi invece al Bar Pasticceria D’Ambra a Marina Corta. Sempre a Marina Corta suggeriamo le insalatone Eoliana e Liparota de La Vela. Per il pane cunzato si suggerisce di provare quello di Enoeolie sul corso Vittorio Emanuele, mentre se siete in vena di pizza schiacciata rivolgetevi a Liparo Re, ristorante-pizzeria in via Maurolico a Lipari, della stessa gestione della mitica pizzeria Asinobeach (su tutte le guide delle Isole Eolie). Chi desidera assaggiare il coniglio in agrodolce può provarlo al ristorante Le Macine, ottimo anche per le pizze con i grani antichi autoprodotti. Al Ristorante Chimera a Lipari è consigliata la tartare di ricciola e i gamberetti di nassa fritti con capperi. Per una degustazione di vini, possibilmente al tramonto, l’ideale è la Tenuta Castellaro.
Usanza locale e’ l’ aperitivo, e molti bar ne servono così ricchi da poter sostituire una cena, grazie all’abbondanza di assaggi di prodotti e piatti tipici.
Consigliati gli aperitivi di Bar La Precchia, Osteria San Bartolo, Enoeolie, Cafe La Vela, Villa Enrica (per una vista esclusiva), Eden Bar, Coral Beach, Papisca, Naghet e Hotel Cutimare ( per assaporare il vero senso dell’isola).
Concludendo chi considera Lipari solo l’isola di appoggio per visitare le altre sorelle ne rimarra’ piacevolmente sorpreso.
Per piu’ informazioni e scoprire l’isola nascosta seguimi su instagram @sarahtomasello.
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